Felice Maniero è un famoso criminale italiano. Ha guidato la Mala del Brenta, un gruppo criminale del Veneto negli anni ’80 e ’90. Era conosciuto come “Faccia d’Angelo”.
Maniero ha partecipato a molte rapine, traffico di droga e attività mafiose. La sua vita criminale è stata segnata da evasioni spettacolari dal carcere. Ha collaborato con la giustizia nel 1995.
Biografia di Felice Maniero
Infanzia e giovinezza
Felice Maniero, detto il “boss della Mala del Brenta”, è nato nel 1954 a Campolongo Maggiore, in provincia di Venezia. La sua famiglia si trasferì a Torino quando aveva solo 3 anni, nel 1957. Il padre lavorava alla Fiat e la madre puliva le scale.
Nel 1964, tornarono a Campolongo Maggiore. Qui, comprarono una trattoria che divenne un punto di incontro per la malavita locale.
Primi passi nella criminalità
Maniero iniziò la sua carriera criminale da adolescente, aiutando lo zio nei furti di bestiame. Poi, si dedicò alle rapine, specializzandosi nell’oreficeria. Questo inizio segnò la sua ascesa a capo della malavita veneta negli anni ’80 e ’90.
L’ascesa della Mala del Brenta
La Mala del Brenta, guidata da Felice Maniero, è diventata un’organizzazione criminale. Ha terrorizzato il Nordest d’Italia per oltre vent’anni. Maniero e i suoi erano di Campolongo Maggiore, vicino al fiume Brenta.
La stampa iniziò a chiamarla “Mala del Brenta”. Maniero e i suoi hanno iniziato a fare rapine. Crescendo, hanno incontrato le mafie meridionali, diventando rivali.
Formazione del gruppo criminale
La banda di Maniero è diventata una vera mafia. Aveva centinaia di membri. Facevano rapine miliardarie, evasioni spettacolari, sequestri di persona, omicidi e gestivano traffici di droga e armi.
Maniero ha imposto una tangente giornaliera di 1,5 milioni di lire ai cambisti del Casinò di Venezia.
Alleanze con le mafie meridionali
La Mala del Brenta forniva armi e droga alla piccola criminalità di Venezia e Mestre. Ha fatto amicizia e ha combattuto con le mafie meridionali, come la camorra.
Gli anni di piombo: rapine e omicidi
Nel periodo degli “anni di piombo” in Italia, la Mala del Brenta ha fatto parlare di sé. Era guidata da Felice Maniero, un criminale molto abile. La banda ha commesso molte rapine a mano armata e assalti a portavalori.
Maniero e i suoi non hanno mai esitato a sfidare la legge. Hanno rubato centinaia di milioni di lire. Tra le loro rapine più famose, c’è quella all’Hotel Des Bains nel 1982, con un bottino di 3 miliardi di lire.
Un’altra rapina famosa fu quella al Casinò di Venezia nel 1989. Maniero ha rubato 2 miliardi e mezzo in soli 12 minuti. La banda ha anche rubato 170 chili di gioielli all’aeroporto Marco Polo nel 1983, per un valore di 3 miliardi di lire.
Gli anni di piombo della Mala del Brenta sono stati anche segnati da molti omicidi. Maniero e i suoi complici erano molto spietati. Hanno sparato a raffica contro le guardie giurate che cercavano di fermarli.
Data | Evento | Bottino |
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16 luglio 1982 | Rapina all’Hotel Des Bains | 3 miliardi di lire |
26 ottobre 1982 | Rapina all’ufficio postale di Mestre | 755 milioni di lire |
1 maggio 1989 | Rapina al Casinò di Venezia | 2,5 miliardi di lire |
1 dicembre 1983 | Rapina all’aeroporto Marco Polo | 3 miliardi di lire (170 chili di gioielli) |
Maniero ha passato 17 anni in prigione. Ma la Mala del Brenta ha lasciato un’impronta profonda sugli anni di piombo in Veneto. Hanno commesso molte rapine e omicidi.
Arresti ed evasioni spettacolari
Felice Maniero, capo della Mala del Brenta, ha vissuto di arresti e evasioni. La sua vita criminale è piena di storie incredibili. Queste storie hanno attirato l’attenzione di tutti.
L’evasione dal carcere di Fossombrone
Il primo arresto di Maniero fu nel 1980. Ma la sua vera fama arrivò nel 1987, quando scappò dal carcere di Fossombrone. Questo evento segnò il suo salto di carriera e iniziò una serie di evasioni famose.
Il rapimento del mento di Sant’Antonio
Nel 1991, la Mala del Brenta rapì il mento di Sant’Antonio a Padova. Questo atto di ricatto mirava a liberare un cugino di Maniero. Ma il tentativo fallì.
Nonostante gli arresti e le evasioni, Felice Maniero è rimasto latitante a lungo. Ha fatto ciò grazie alla sua abilità nell’agire in segreto e alla sua rete di amici nel carcere di Fossombrone e altrove.
Il pentimento di felice maniero
Nel febbraio 1995, Felice Maniero, capo della Mala del Brenta, scelse di diventare collaboratore di giustizia. Le sue dichiarazioni furono fondamentali per smantellare la sua organizzazione criminale. Questa aveva terrorizzato il Veneto e altri luoghi.
Maniero e la sua famiglia furono trasferiti in una villa a Spoltore, vicino a Pescara. Nel 1996, grazie alla sua collaborazione, ricevette una condanna di 11 anni e una multa di 60 milioni di lire. Questo fu grazie alle attenuanti generiche e alla diminuente per la collaborazione.
La collaborazione con la giustizia
Il pentimento di Felice Maniero segnò un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata in Italia. Le sue testimonianze aiutarono a fermare molti crimini. Così, decine di membri della Mala del Brenta furono portati alla giustizia.
Il programma di protezione testimoni
Il programma di protezione testimoni permise a Maniero e alla sua famiglia di vivere in sicurezza. Questa decisione, pur difficile, aprì loro la strada a un nuovo inizio. Un inizio lontano dalla violenza e dalla criminalità del passato.
Il percorso di pentimento e collaborazione di Felice Maniero è un esempio importante. Mostra che anche i boss più temuti possono cambiare e aiutare la giustizia. La sua storia mette in luce le sfide del programma di protezione testimoni. Ma anche la possibilità di iniziare una nuova vita.
Il ritorno alla libertà
Felice Maniero, il famoso boss della Mala del Brenta, ha vissuto un viaggio difficile verso la libertà. Dopo anni di prigione e collaborazione con la giustizia, il 23 agosto 2010 è stato rilasciato. Questo evento ha suscitato paura e preoccupazione nella sua ex compagna Marta Bisello, che ha dovuto cambiare casa per sicurezza.
Conosciuto anche come “Faccia d’angelo”, Maniero era noto per i suoi omicidi e le sue evasioni. Ma la sua decisione di collaborare con le autorità ha aiutato a smantellare la sua organizzazione criminale. Così, ha ottenuto una riduzione della pena da 33 a 20 anni.
La nuova attività imprenditoriale
Dopo il rilascio, Maniero ha cercato di nascondersi cambiando identità. Ha aperto una piccola impresa chiamata Anyaquae, che si occupava della depurazione idrica. L’azienda forniva servizi ai comuni.
Ma Anyaquae non è durata a lungo. Nel 2016 è fallita perché c’era troppo arsenico nel sistema di depurazione. Questo incidente ha riportato l’attenzione su Maniero, causando nuove preoccupazioni.
Nonostante il suo tentativo di reinventarsi, l’ombra del suo passato criminale lo segue ancora. Questo influisce sulla sua vita e sulla percezione della comunità nei suoi confronti.
L’intervista con Roberto Saviano
Nel 2019, Felice Maniero, noto come il boss della Mala del Brenta, ha fatto notizia. Ha parlato con Roberto Saviano, famoso per combattere la mafia. Ha parlato della sua strategia contro la mafia e ha annunciato una nuova start-up per le microplastiche.
Maniero ha detto di voler proteggere i bambini e l’ambiente. Dopo aver fatto la sua pena, ha iniziato come imprenditore. Ha usato le sue conoscenze per sviluppare tecnologie brevettate contro le microplastiche.
L’intervista con Roberto Saviano ha dato a Maniero la chance di raccontare la sua storia. Ha spiegato come il suo passato lo ha portato a concentrarsi sulla sostenibilità. Questo mostra che anche chi ha avuto un passato difficile può cambiare.
Statistiche chiave | Valori |
---|---|
Membri della Mala del Brenta | Circa 500 |
Attività criminali | Rapine, traffico di droga, controllo del gioco d’azzardo |
Guadagni dal gioco d’azzardo | Circa 60 milioni di lire al mese |
La storia di Felice Maniero è un esempio di come cambiare la vita. Anche chi ha avuto un passato difficile può contribuire positivamente alla società.
Il nuovo arresto e la condanna
Nel 2019, Felice Maniero, ex capo della Mala del Brenta, è stato arrestato di nuovo. La polizia lo accusava di maltrattamenti verso la sua compagna. La legge Codice Rosso ha permesso di procedere più velocemente contro la violenza domestica.
Maniero aveva riconosciuto di aver fatto del male fisico e psicologico alla sua compagna. Prima dell’arresto, la donna era stata trasferita in un luogo sicuro. Maniero diceva che i problemi erano iniziati per una crisi economica.
Nel 2021, Maniero è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione. La Corte di Brescia aveva trovato le dichiarazioni della vittima credibili. Così, Maniero è stato condannato a quattro anni di carcere per maltrattamenti.
Conclusione
Felice Maniero, ex capo della Mala del Brenta, ha chiesto una nuova identità e protezione alla prefettura di Venezia. Ha finito la sua pena, ma teme per la sua sicurezza. I suoi ex complici, ora liberi, lo odiano profondamente.
La sua richiesta di nuova identità è ancora in attesa di risposta. Questo mostra le difficoltà che Maniero affronta per vivere una vita nuova, lontano dal pericolo.
La storia di Felice Maniero e della Mala del Brenta è un capitolo oscuro del Veneto. Da capo criminale a collaboratore con la giustizia, la sua storia è un esempio di redenzione. Ma il rischio di ritorsioni dai suoi ex complici è sempre presente.
Maniero aspetta una risposta sulla sua richiesta di protezione. La sua lotta per una nuova vita è ancora incerta. Questo caso fa riflettere sulla possibilità di reintegrazione sociale per ex boss della criminalità.